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A Cartagena, l’Alleanza del Pacifico, un vertice contro i contadini
Colombia. Una zona di libero scambio neoliberista pari all’ottava potenza economica mondiale
Geraldina Colotti / domenica 16 febbraio 2014
 
Foto: Presidencia Perú via photopin cc

È ini­ziato ieri a Car­ta­gena, in Colom­bia, l’ottavo ver­tice dell’Alleanza del Paci­fico (Ap). Un pro­getto di inte­gra­zione regio­nale, eco­no­mico e com­mer­ciale di stampo neo­li­be­ri­sta. Avviato l’estate scorsa tra Cile, Colom­bia, Perù e Mes­sico, acco­glie come osser­va­tori 25 paesi quali Canada e Stati uniti e altri pro­ve­nienti dall’America latina, dall’Europa o dall’Asia. Obiet­tivo dell’Ap è quello di rimuo­vere le bar­riere doga­nali e age­vo­lare il com­mer­cio tra i quat­tro paesi mem­bri (a cui stanno per aggiun­gersi Costa Rica e Panama), già fir­ma­tari di trat­tati di libero com­mer­cio (Tlc) con Usa e Ue.

Si con­fi­gura così un’area pari all’ottava eco­no­mia più forte del mondo, decisa a con­tra­stare le aleanze regio­nali messe in campo su pre­sup­po­sti diversi dai paesi che si richia­mano al Socia­li­smo del XXI secolo. «L’Alleanza del Paci­fico è uno stru­mento degli Stati uniti per divi­dere l’Unasur, l’Unione delle nazioni suda­me­ri­cane», ha detto il pre­si­dente boli­viano Evo Mora­les. Una­sur è un orga­ni­smo regio­nale a carat­tere poli­tico, for­mato da 12 paesi lati­noa­me­ri­cani. Spinta dal vento pro­gres­si­sta che spira in gran parte del continente,Unasur pro­pone intese poli­ti­che basate su riforme e giu­sti­zia sociale: con l’obbiettivo di «eli­mi­nare le disu­gua­glianze socio-economiche, pro­muo­vere l’inclusione e la par­te­ci­pa­zione dei cit­ta­dini, raf­for­zare la demo­cra­zia e con­so­li­dare sovra­nità e indi­pen­denza degli Stati». Un orien­ta­mento che si riflette anche nel Mer­co­sur, il Mer­cato comune del sud, orga­ni­smo a carat­tere com­mer­ciale. Ne fanno parte in qua­lità di mem­bri Argen­tina, Bra­sile, Para­guay, Uru­guay e Vene­zuela, e altri (come Boliva e Ecua­dor) si sono via via asso­ciati. Il Vene­zuela è entrato a pieno titolo il 31 luglio del 2012, a sei anni dall’avvio del pro­cesso di ammis­sione, osteg­giato dalle destre para­gua­iane. L’adesione è avve­nuta dopo la sospen­sione del Para­guay, san­zio­nato a seguito del golpe isti­tu­zio­nale con­tro il pre­si­dente di cen­tro­si­ni­stra Fer­nando Lugo. Il Para­guay, che nelle ultime ele­zioni ha ripor­tato al governo la destra, è stato riam­messo di recente non senza fri­zioni, stretto fra le poli­ti­che di alleanze messe in campo dai paesi pro­gres­si­sti.

Il dina­mi­smo dei paesi socia­li­sti lati­noa­me­ri­cani, che stanno cam­biando il qua­dro dei rap­porti di forza nel con­ti­nente ha bat­tuto il primo colpo nel 2004. Allora, su pro­po­sta del pre­si­dente vene­zue­lano Hugo Chá­vez (scom­parso il 5 marzo) e di Fidel Castro, venne lan­ciata l’Alleanza boli­va­riana per i popoli della nostra Ame­rica (Alba), in alter­na­tiva all’Alca, l’accordo di libero com­mer­cio per le Ame­ri­che di George W. Bush. Con lo stesso spi­rito sta pren­dendo corpo l’Ap, lun­ga­mente pre­pa­rata dagli Usa in que­sti anni, durante i quali si sono sot­tratti al «con­senso di Washing­ton» sem­pre più pezzi di con­ti­nente. L’Alleanza del Paci­fico viene con­si­de­rata il ritorno con altre vesti dell’Alca dal blocco pro­gres­si­sta: che ha lan­ciato un forte mes­sag­gio d’indipendenza orga­niz­zando a Cuba l’ultimo ver­tice della Comu­nità degli stati lati­noa­me­ri­cani e dei Caraibi (senza Canada e Usa). «Non cre­diamo nel com­mer­cio asim­me­trico, ma in quello di mutuo bene­fi­cio. l’Ap non costrui­sce cit­ta­di­nanza ma con­su­ma­tori», ha affer­mato il pre­si­dente ecua­do­riano Rafael Cor­rea.
In Colom­bia, anche orga­niz­za­zioni e sin­da­cati con­ta­dini, pro­ta­go­ni­sti di un lungo scio­pero l’estate scorsa, hanno respinto con forza il ver­tice. E il sena­tore del Polo demo­cra­tico alter­na­tivo, Enri­que Robledo ha annun­ciato che denun­cerà il pre­si­dente Manuel San­tos per aver sven­duto nell’Ap gli inte­ressi del paese.