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"En Colombia: lo mismo de siempre"
Stella Spinelli / martedì 19 novembre 2013
 

Questo blog intende collegare con un filo forte e diretto l’Italia alla Colombia, per dar voce – senza distorsioni, né censure – alla gente umile e incazzata, stufa di subire, e intenzionata a denunciare soprusi e ingiustizie. Nel nostro mirino ci sarà quella classe dirigente che senza scrupoli da secoli governa con armi e manfrine, umiliando la società civile ormai piegata dalla violenza e dalla mancanza di libertà.

L’intento è seguire la cronaca e farvi indignare come lo siamo noi. E quanto è accaduto ieri è solo uno dei troppi esempi di come possa essere la “normalità” per chi fa politica in Colombia. Si tratta di una delle tante notizie tragiche che giorno per giorno si raccolgono nel paese sudamericano, tessera di un puzzle agghiacciante fatto di omicidi, agguati e minacce in un luogo dove tutto cambia affinché niente mai davvero cambi.

Lunedì pomeriggio, Roberto Cortes, portavoce del Movimiento Político y Social Marcha Patriótica del dipartimento Huila. è stato ammazzato a colpi di pistola da un commando. Con questo omicidio, sono 25 i membri della Marcia Patriottica a essere stati assassinati dall’inizio dell’anno.

È sempre la stessa strategia: la classe dirigente usa il paramilitarismo per tagliare le gambe ai politici di sinistra che minacciano lo status quo. È da decenni che si ripete. Minacce mafiose e agguati fanno il bello e il cattivo tempo della politica colombiana. Un esempio lampante è quanto accadde agli esponenti della Union Patriottica negli anni Ottanta-Novanta: vennero falcidiati come mosche. Perché? Perché era un partito politico che aveva le carte in regola per diventare il primo partito del paese, alla faccia dell’estrema destra e dei vari potentati legati al petrolio, alle grandi proprietà terriere e alle imprese minerarie. Che si salvarono ingaggiando veri e propri eserciti di mercenari, i quali tuttora fanno il lavoro sucio per conto di chi paga meglio. Poco importa se i vari Alvaro Uribe prima e Santos poi abbiano tentato di lavarsi la coscienza imponendo una legge farsa per smobilitare i paras. Niente è cambiato. E ora nel mirino c’è il movimento politico Marcia Patriottica, che s’ispira nei principi e nel programma a quella che fu la Up e che da tempo si è organizzato e strutturato diventando una realtà fondamentale della scena politico-sociale colombiana. Per questo dà troppo fastidio: la riforma agraria che pretende e per la quale lotta andrebbe a minare alla base le fondamenta dell’ineguaglianza e dell’ingiustizia su cui pochi marciano. Per questo non si piegheranno senza lottare. E la lotta è all’ultimo sangue.

Dopo il lungo sciopero agrario messo in piedi dal movimento Marcia Patriottica in agosto, infatti, gli omicidi e le violazioni dei diritti umani sono andati moltiplicandosi e le denunce agli organismi nazionali e internazionali preposti lo testimoniano.

Su questo blog, grazie all’amicizia pluriennale con la direzione di Prensarural.org, cercheremo di denunciare ogni sopruso e abuso, per tentare di sollevare l’interesse dell’opinione pubblica internazionale, che sola può far sì che il velo di silenzio complice che copre le gravi magagne colombiane si squarci in nome della verità, della giustizia e quindi della pace.