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FARC denunciano le molteplici forme della repressione del regime colombiano
Associazione Nazionale Nuova Colombia / martedì 11 marzo 2014
 

L’Associazione "Nuova Colombia" si propone di:
a) appoggiare e sostenere la lotta del popolo colombiano, delle organizzazioni politiche che si battono per la trasformazione in senso democratico del paese, e delle organizzazioni popolari di tipo sindacale, cooperativo e sociale;
b) promuovere campagne di informazione sulle vicende della Colombia, con particolare riferimento alla vita dei contadini, dei lavoratori e delle popolazioni indigene;
c) promuovere campagne di informazione e mobilitazione per la difesa dei diritti umani, dei diritti politico-sociali e delle libertà da ingerenze straniere dirette e indirette;
d) costruire momenti concreti di cooperazione e solidarietà con forze ed organizzazioni popolari impegnate nella lotta in difesa dei diritti sindacali, politici e umani, e per la trasformazione dei rapporti sociali ed economici nel paese.

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Il 2 marzo scorso, nell’ambito del ventunesimo ciclo di conversazioni dei dialoghi in corso all’Avana, la Delegazione di Pace delle FARC-EP ha tenuto una conferenza stampa interloquendo con i rappresentanti dei media sempre presenti all’entrata del Palazzo delle Convenzioni dell’Avana, sede delle conversazioni. L’intervento del Comandante Andrés París si è focalizzato sul nuovo modus operandi repressivo del governo Santos.

Rispondendo alla sollecitazione sollevata dal canale latinoamericano Telesur, Andrés París ha sottolineato che “Ora non ricorrono solo allo sterminio fisico ma applicano un’altra forma di sterminio: la morte politica”. Camuffata con una presunta veste legale, la ‘morte politica’ è la coercitiva impossibilità di esercitare attività politica e ricoprire incarichi pubblici, pena inflitta ad esempio alla dirigente del movimento Marcha Patriótica ed ex senatrice Piedad Córdoba, inabilitata nel 2010 per 18 anni dal reazionario Procuratore Generale Ordoñez per supposti legami con le FARC. Pur mantenendo inalterato l’elevato grado di aggressività e violenza, in questa fase lo Stato predilige il metodo repressivo alla Ordoñez, la ‘morte politica’ applicata a dozzine di leaders sociali, attivisti e politici che stanno partecipando al dibattito elettorale. L’assassinio e l’incarceramento degli oppositori non giova all’immagine che il regime si vuol dare, sia a livello nazionale dove monta sempre di più la protesta popolare, sia a livello internazionale laddove il regime è ripetutamente denunciato dalle organizzazioni che operano in difesa dei diritti umani.

Tuttavia, il carattere fascista e terrorista dello Stato, nonostante il maquillage imposto dalla politica di Santos, permane, e invece di truccare la morte il regime dovrebbe ascoltare il clamore popolare e recepire le proposte che arrivano all’Avana.