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Niente cambia
Alla sinistra, Bogotà, ma la Colombia si conferma il paese della corruzione e della violenza politica
César Jerez / martedì 30 ottobre 2007 / Español
 

Fundador y redactor de la Agencia Prensa Rural. Geólogo de la Academia Estatal Azerbaijana de Petróleos (exURSS). En Bakú obtuvo una maestría en geología industrial de petróleo y gas. Es profesor y traductor de idioma ruso. Realizó estudios de gestión y planificacion del desarrollo urbano y regional en la Escuela Superior de Administración Pública -ESAP de Bogotá. Desde 1998 es miembro de la ACVC. Actualmente coordina el equipo nacional dinamizador de Anzorc. Investiga y escribe para diversos medios de comunicación alternativa.

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Il periodo perelettorale è stato marcato dall’assassinio di 29 candidati, dalle minacce ai politici di sinistra presenti nelle liste e dalla marea di denunce su corruzione e compra di voti. In questo clima, il partito della U, fondato da Alvaro Uribe, ha ottenuto 7 governatori e 123 sindaci. Il resto delle formazioni elettorali uribiste, quasi tutte vincolate agli scandali di narcopara politica - maniera in cui in Colombia sono state denominate le relazioni fra i politici, la mafia e le strutture paramilitari - contrariamente a quanto era stato preannunciato, sono cresciuti nelle regioni, ma non hanno guadagnato nessun governatore. I conservatori, alleati nel governo di Uribe hanno ottenuto 5 governatori e 240 sindaci. I liberali, invece si sono attestati su 6 governatori e 206 comuni.

Alvaro Uribe La novità. Il Polo democratico alternativo, coalizione di formazioni di centro e di sinistra, ha invece raddoppiato in tutto il paese la sua rappresentanza. Si è aggiudicato il Nariño e, coalizzato con il Partito Liberale, ha vinto a Santander e nell’Atlántico. Ma il risultato più avverso per il governo è stato quello di Bogotá, dove il candidato del Polo Democrático Alternativo, Samuel Moreno Rojas, è stato eletto Alcalde Mayor e il Polo è passato da 8 a 12 consiglieri. Nonostante i martellanti annunci fatti nell’ultima settimana da Uribe attraverso i mezzi di comunicazione contro il candidato del Polo, dove lo accusava di connivenze con le Farc, Samuel Moreno ha ottenuto 890mila voti.

Ma Uribe regge. L’analisi quantitativa dei risultati fa emergere che Uribe mantiene una grande influenza nelle amministrazioni locali e regionali, ma si osserva un aumento delle formazioni di sinistra, pur se minore di quanto sperato. La mappa politica colombiana si assesta, dunque, su tre fenomeni che ancora una volta sono andati a caratterizzare le elezioni: l’astensionismo, la grande influenza dei mezzi di informazione di massa, i quali appoggiano incondizionatamente Uribe, e la corruzione, che sotto forma di clientelismo si osserva in ogni tornata elettorale.

Solite cose. Lunedì, un notiziario televisivo ha mostrato come fossero stati comprati voti a 30mila pesos (10 euro) e come si scambiavano voti con generi alimentari, tegole, mattoni e cemento. Cosa, in Colombia, del tutto nella norma. Ed è l’ombra dei brogli elettorali a spiegare le proteste contro presunte frodi, registrate in una decina di località, con il risultato di un morto e decine di feriti. In Cimitarra, Ciènaga de Oro e Pradera i manifestanti furibondi hanno incendiato le sedi dell’organismo elettorale e altri edifici di istituzioni pubbliche. Morti prima, durante e dopo, dunque. Niente è cambiato.